ESEM-CPT

Progetto Carcere di Opera

Edil Academy
Diventa professionista delle costruzioni

Incrementare le opportunità di lavoro tra le persone detenute e favorire il loro reinserimento sociale: sono questi gli obiettivi che hanno spinto l’Amministrazione penitenziaria  di Opera, Assimpredil Ance, FENEAL UIL, FILCA CISL,  FILLEA  CGIL, ESEM-CPT, Umana SpA, Fondazione Don Gino Rigoldi a firmare un Protocollo d’intesa per lo svolgimento di attività di formazione edile intramuraria e per la promozione di attività lavorative extramurarie da parte di persone in stato di detenzione.

Il Protocollo prevede la creazione di una scuola edile dentro al carcere per permettere la formazione di persone in stato di detenzione presso l’istituto penitenziario di Opera, che potranno poi svolgere attività lavorative nei cantieri edili provinciali.  L’attività formativa avverrà, pertanto, presso l’Istituto carcerario in un laboratorio stabile, appositamente attrezzato e gestito da ESEM-CPT.

Protocollo di intesa Carcere di Opera

Da destra: Laura Malguzzi, Alem Gracic, Salvatore Cutaia, Luca Cazzaniga, Andrea Ostellari, Don Gino Rigoldi, Regina De Albertis, Maria Raffaella Caprioglio, Elena Buscemi

LA SCUOLA EDILE DENTRO AL CARCERE DI OPERA: INAUGURATO IL LABORATORIO ATTREZZATO PER INSEGNARE UN LAVORO AI RECLUSI

Milano, 27 maggio 2024 – Si inaugura oggi all’interno dell’Istituto carcerario di Opera il laboratorio della Scuola Edile, come previsto dal Protocollo firmato lo scorso anno dall’Amministrazione penitenziaria di Opera, Assimpredil Ance, FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Esem-Cpt, Umana SpA, Fondazione Don Gino Rigoldi per incrementare le opportunità di lavoro tra le persone detenute e favorire il loro reinserimento sociale.

All’interno del laboratorio di 170 mq, stabile e appositamente attrezzato, che sarà gestito da ESEM-CPT, si svolgeranno le attività di formazione edile intramuraria per la promozione di attività lavorative extramurarie da parte di persone in stato di detenzione.

L’obiettivo della Scuola Edile è quello di sviluppare una attività formativa costante, partendo dalla figura del manovale, ma non escludendo di poter nel tempo innescare meccanismi di valorizzazione delle diverse competenze già presenti tra i carcerati interessati al lavoro nel settore delle costruzioni.

Le modalità di inserimento lavorativo verranno di volta in volta definite in base alle opportunità di lavoro secondo le esigenze delle aziende e le possibilità dei singoli detenuti, nell’ambito dei programmi di trattamento predisposti dalla Direzione dell’Istituto Penitenziario e sottoposti alla Magistratura di sorveglianza per l’approvazione.

L’edificio dove si trova il laboratorio è stato ristrutturato e attrezzato da ESEM-CPT, che ne ha curato la parte funzionale e lo ha dotato dei materiali e attrezzature necessarie per il corso base di manovale. Gli alunni, infatti, realizzeranno delle piccole casette in muratura potendo in tal modo apprendere le modalità operative che poi serviranno in cantiere nella esecuzione delle opere.

La Scuola Edile è stata realizzata per consentire un più mirato percorso di formazione ai detenuti, che potranno essere affiancati da tutor specializzati per l’accompagnamento motivazionale e personale oltre che da docenti di consolidata esperienza in cantiere.

“La detenzione – dichiara il sen. Andrea Ostellari, Sottosegretario di Stato alla Giustizia con deleghe al Trattamento dei detenuti, Provveditorati, Giustizia minorile e di comunità – serve se rieduca, altrimenti si riduce ad una parentesi fra un’azione criminale e l’altra. Per questo il Ministero della Giustizia favorisce ogni genere di percorso trattamentale che consenta ai reclusi di formarsi e lavorare. I dati sui tassi di recidiva parlano chiaro: smette di delinquere soprattutto chi impara un mestiere, confrontandosi con la fatica dell’apprendimento e con le regole del mercato, quali il rispetto dei colleghi e la leale collaborazione. Per raggiungere l’obiettivo e, contemporaneamente, assolvere al dettato costituzionale in merito alla funzione rieducativa della pena è necessario il concorso di tutta la Comunità. L’esecuzione penale non è una questione privata fra condannato e amministrazione penitenziaria, ma si giova del contributo di aziende, associazioni ed enti di formazione che vi partecipano, collaborando al raggiungimento dei suoi fini. Ringrazio quanti hanno reso possibile l’inaugurazione di una Scuola edile all’interno del carcere di Opera e auspico che iniziative simili siano replicate anche presso altri Istituti del nostro Paese. Il lavoro e la formazione in carcere non sono un premio, ma un investimento per la sicurezza di tutti”.

“Questo progetto – testimonia Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale di Milano – è un chiaro esempio di come pubblico e privato possano fare moltissimo insieme, anche in un ambito così complicato come quello dell’amministrazione penitenziaria e più in generale del sistema carceri.

Oggi date una possibilità in più a chi sta scontando una pena e vuole farlo, come previsto dalla Repubblica e dalla Costituzione, attraverso la rieducazione, quindi lo studio, la formazione, il lavoro e la volontà di reinserirsi in società in maniera positiva e attiva.  L’inclusione passa certamente da qui. Sono certa che in molti cercheranno di cogliere e replicare in altri ambiti lavorativi questa nuova opportunità”.

“Il lavoro – afferma Silvio Di Gregorio, Direttore Amministrazione Penitenziaria di Opera – è lo strumento principale non solo del trattamento penitenziario, ma anche per avere una vita dignitosa. Aggiungerei che il lavoro “umanizza”, cioè, permette all’uomo di realizzarsi e di completarsi come persona, perché lo mette in relazione alle altre quale soggetto che contribuisce al progresso materiale e sociale della propria comunità. In quest’ottica la collaborazione con Assimpredil ANCE, con le organizzazioni sindacali, con ESEM per la formazione professionale, e con Umana, offre una incredibile opportunità sia ai detenuti, che potranno mettere a disposizione le proprie competenze e ricevere una giusta retribuzione, sia alle imprese che potranno trovare quella manodopera qualificata e certificata che il mercato del lavoro oggi non riesce ad offrire. Ma aggiungerei anche il vantaggio per l’intera comunità che troverà finalmente quelle competenze necessarie a produrre reddito e benessere, sia in termini di aumento del pil che in termini di abbattimento della recidiva, dando piena attuazione al dettato costituzione di cui all’art 3, comma 2 Cost. Infine, ma non per ultimo, un profondo e sentito ringraziamento va a Don Gino Rigoldi perché è che ci ha fatto incontrare, è lui che ci ha messo attorno a questo tavolo!

Infine, è doveroso ringraziare gli educatori e la polizia penitenziaria della casa di reclusione di Milano opera perché senza il loro contributo, la loro competenza e la loro professionalità non saremmo in grado di offrire alla popolazione detenuta un così alto standard di iniziative trattamentali vere e finalizzate all’effettivo reinserimento sociale”.

“L’esperienza che abbiamo fatto e stiamo ancora gestendo, per l’inserimento delle prime 9 persone nelle nostre imprese – asserisce Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance, Associazione delle imprese Edili e complementari delle Province di Milano, Lodi e Monza Brianza – ci ha insegnato, infatti, che è fondamentale accompagnare nella quotidianità il ritorno al lavoro del carcerato.  Non è sufficiente occuparsi del solo lato organizzativo del lavoro, bisogna occuparsi anche dell’uomo e delle sue fragilità e difficoltà.

Io credo che ai nostri imprenditori, quelli che hanno accettato la sfida, vada riconosciuto il merito di aver messo il cuore nella accoglienza oltre che il tempo per gestire i tanti problemi che si sono presentati.  È questo il volto del fare impresa sostenibilmente di cui parliamo tanto negli eventi, ma che in questi mesi ho potuto vedere concretizzato nelle azioni, a volte quasi da buon padre di famiglia, che i miei colleghi hanno fatto giorno dopo giorno, fuori dai riflettori ma dentro la determinazione di raggiungere l’obiettivo”.

“Le Parti Sociali edili Milanesi attraverso la bilateralità del settore – intervengono Salvatore Cutaia, Segretario generale FENEAL UIL, Alem Gracic, Segretario generale FILCA CISL, Laura Malguzzi, Segretaria FILLEA CGIL Milano – si impegnano da oltre 100 anni trovare le soluzioni innovative di welfare e gestione del mercato di lavoro a misura delle esigenze del nostro territorio e delle persone che rappresentano. Come Organizzazioni Sindacali edili siamo orgogliosi di poter partecipare ad un progetto che apre le opportunità ai detenuti del carcere di Opera, per un reinserimento sociale attraverso il lavoro dignitoso, sicuro e regolare”.

“Lo spazio adeguatamente allestito all’interno della casa circondariale di Opera – illustra Luca Cazzaniga, Presidente Esem-Cpt, Ente Unificato Formazione e Sicurezza – ricrea esattamente un’area di cantiere: ponti su cavalletti, fodere e stagge, chiodi e martelli, cemento e mattoni. Un’area deputata alla formazione di professionalità specializzate da offrire in risposta alla domanda di lavoro che il settore edile, in questo, momento richiede a gran voce. Guidati e accompagnati in un percorso di crescita, da personale specializzato di ESEM-CPT, i detenuti costruiscono materialmente, come la metafora della vita, delle solide basi per un futuro che sia, per loro, di riscatto”.

“Umana, da sempre impegnata con la propria Area Politiche Attive del Lavoro nello sviluppo dell’occupabilità delle persone più fragili – afferma Maria Raffaella Caprioglio, Presidente Umana S.p.a., Agenzia per il lavoro – ha colto con entusiasmo l’occasione di partecipare a questo progetto che mette in rete l’azione sinergica di partner fra i più qualificati. Questa esperienza dimostra che sviluppare formazione professionalizzante, creare occasioni di lavoro fuori e dentro il carcere, costruire progetti e percorsi di reinserimento lavorativo, non solo è un fattore di civiltà, ma è utile a tutti, anche in termini di costo sociale. Il nuovo laboratorio inaugurato oggi, è un importante passo verso questa direzione e dà un ulteriore elemento di concretezza al lavoro che collettivamente stiamo facendo. Umana continuerà a portare il suo contributo di competenza ed esperienza per sviluppare nuove opportunità di formazione, accompagnamento e inserimento lavorativo con la convinzione che, attraverso il lavoro, queste persone possano costruire nuove strade da percorrere”.

 “Dare stabilità alla Scuola edile all’interno della Casa di Reclusione di Opera – conclude Don Gino Rigoldi, Presidente Fondazione Don Gino Rigoldi – significa rendere ancora più semplice l’applicazione dell’articolo 21 per il lavoro esterno, la strada maestra per il reinserimento delle persone recluse, perché ci assicura che, appena concluso il corso, l’accesso al lavoro potrà avvenire immediatamente, senza tempi di attesa. Cercheremo di attivare quanti più cicli formativi possibili, confortati dai risultati positivi della sperimentazione già realizzata”.